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Inviato da avatar Ciro Berdini il 07-02-2013 alle 10:05 Leggi/Nascondi

Sezione: Politiche regionali
Area: Per una Regione leader nella sostenibilità

La partecipazione dei cittadini ai processi decisionali che abbiano ricadute sull'ambiente
http://lf.proposte.ambrosolilombardia2013.it/lf/initiative/show/122.html

Negli ultimi decenni in Lombardia si è assistito alla più imponente, sistematica e generalizzata cementificazione delle aree verdi dal dopoguerra, al punto da suscitare l’allarme delle associazioni di categoria fra agricoltori. La Valle Camonica, come altre valli alpine, non è stata affatto risparmiata da tale fenomeno, che, anzi, sarà destinato ad aggravarsi ulteriormente nell’ipotesi in cui dovessero essere attuate le previsioni di nuovi insediamenti introdotte nei piani urbanistici comunali e sovra comunali recentemente approvati. Tranne qualche virtuosa eccezione, i comuni hanno infatti preventivato di incrementare ulteriormente l’occupazione di suolo verde, anche in quei casi, tutt’altro che rari, in cui il patrimonio edilizio già esistente sarebbe in grado di soddisfare il fabbisogno abitativo di una popolazione più che doppia rispetto a quella effettivamente oggi residente. Indubbiamente si tratta di scelte amministrative che hanno già in parte compromesso il paesaggio e ancor più ne comprometteranno l’integrità in futuro, incidendo negativamente sulla qualità della vita e dei luoghi, con buona pace della tanto declamata “vocazione turistica” . Forse qualcuno si illude che esistano ipotetici turisti alla ricerca di nuovi quartieri dormitorio e di capannoni, anziché di paesaggi intatti e borghi antichi ben conservati, come è in realtà.
Per non dire, poi, dei faraonici “piani di sviluppo locale” approvati da alcuni enti e consorzi locali negli ultimi anni, piani che finora sono stati il viatico per realizzare devastanti distruzioni dell’ambiente naturale e del paesaggio, con enorme sperpero di risorse, giustificato dall’ambizione anacronistica di conseguire un ipotetico “sviluppo” basato sulla cementificazione.
Una cementificazione, peraltro, pianificata dalle amministrazioni locali in totale spregio delle regole di partecipazione dettate dalla direttiva 2001/42CE, in forza della quale il pubblico deve poter “disporre tempestivamente di un’effettiva opportunità di esprimere in termini congrui il proprio parere sulla proposta di piano o programma “ dopo che, a cura delle amministrazioni interessate , siano stati “individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l'attuazione del piano o del programma potrebbe avere sull'ambiente nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell'ambito territoriale del piano o del programma “. Nella realtà, la valutazione strategica dei piani e programmi di nuovi insediamenti edificatori si è risolta nella maggior parte dei casi in un mero adempimento burocratico, senza alcuna effettiva partecipazione dei cittadini né delle comunità locali ed ha portato alla redazione di documenti di valutazione tanto generici quanto criptici nei contenuti, dai quali non emergono affatto le reali conseguenze che i nuovi piani “di sviluppo” avranno sull’ambiente, sul paesaggio, sulla qualità della vita . Circostanza questa che dipende principalmente dalla carenza di regole efficaci e vincolanti entro le quali debbano svilupparsi tanto la partecipazione del pubblico ai processi decisionali, quanto la valutazione delle ricadute ambientali di tali processi, con la conseguente sistematica e sostanziale elusione delle norme comunitarie di trasparenza e partecipazione pubblica. Carenza di regole che si evidenzia soprattutto per alcuni aspetti della normativa vigente in Lombardia, e fra questi particolarmente:
a) - i procedimenti di valutazione ambientale possono essere svolti nell’ambito esclusivo del medesimo ente, o gruppo di enti, che promuovono i piani ed hanno interesse affinché questi superino comunque con esito favorevole la valutazione, senza alcun intervento da parte di autorità terze né di organismi esterni preposti a tutelare l’interesse pubblico e collettivo;
b) - la struttura deputata alla valutazione (detta autorità competente) e quella proponente i piani stessi possano far capo a funzionari del medesimo ufficio , ad esempio il Sindaco, il Segretario ed il Tecnico comunale possono assumere rispettivamente il ruolo di una delle tre distinte autorità coinvolte nella valutazione: l’autorità “proponente”, la “procedente” e la “competente” . In tal caso, molto frequente, i nuovi piani sono redatti , sottoposti a valutazione e poi valutati da un unica cerchia di burocrati, appartenenti al medesimo ente e fra loro legati da vincolo gerarchico ;
c) - che non sia stata mai istituita la prevista autorità regionale deputata a verificare la regolarità degli atti e dei procedimenti in rapporto agli obblighi di trasparenza e partecipazione dei cittadini.
Le carenze sopra evidenziate hanno finora fatto sì che quasi tutta la pianificazione di nuovi insediamenti sia stata varata senza che i cittadini fossero realmente informati in ordine al contenuto dei piani, alle reali conseguenze che le nuove previsioni avranno sulla qualità della loro vita, alle possibili alternative percorribili, ai veri obiettivi preposti alla pianificazione e senza che potessero esprimersi in proposito.

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