Il problema evidenziato da Eugenio Zanotti è importante, descrive un progetto di riqualificazione che non ha coinvolto nelle fasi di decisione gli abitanti dei palazzi, il loro destino è stato deciso da altri.
La scelta di demolire delle abitazioni private è segnale di sconfitta politica, nel senso che è un segnale di fallimento del governo del territorio a tutti i livelli in termini di progettazine urbanistica, sicurezza, convivenza sociale, sviluppo.
Altro aspetto che non può sfuggire è come sia pensabile definire riqualificazione un progetto che si pone il fine di demolire delle abitazioni utilizzando i soldi stanziati dall'assessorato regionale alla casa (ex assessore Zambetti) e dall'ALER (un ente regionale che deve governare le case "popolari"). Con i soldi stanziati si potrebbe, senza regalare nulla a nessuno, favorire il recupero degli appartamenti in questione impegnando i proprietrari alla restituzione dei soldi stanziati senza interessi e in tempi dilazionanti o attraverso altre forme da studiarsi. Invece, i soldi pubblici sono stati stanziati per acquistare proprietà private e demolire tali proprietà, a cui far seguire una vendita all'asta dell'area. Qualcosa in termini di ruolo della regione, della provincia e del prefetto non ha funzionato ... è tutto da ristudiare senza perdere tempo e senza dimenticare le persone oneste che nei palazzi ogni giorno convivono con difficoltà di ogni genere e cercano di sopravvivere. Gli abitanti dei palazzi sono cosa diversa delle persone che transitano nell'area e che danno vita allo spaccio, alla prostituzione e quant'altro