Il Besta potrebbe essere portato con minori costi a Niguarda, vicino ad un grande ospedale generalista, come previsto inzialmente con la localizzazione vicino all'Ospedale Sacco.
Formigoni ha voluto recuperare i sei milioni di euro del progetto della Città della Salute a Vialba ed ha accelerato la firma dell'accordo di programma con Sesto per la nuova città della salute.
Ma neanche i sestesi sono contenti: l'ospedale occuperà 200.000 mq dei 400.000 previsti per un grande parco nell'area Falck come verde al servizio dei nuovi 20.000 abitanti previsti.
L'arch. Piano ha cercato di nascondere l'ospedale nel verde ma comunque gli edifici ci saranno.
300 milioni di europ dell'investimento vengono prelevati dal fondo di rotazione della Regione e dovranno essere restituiti dal nuovo ospedale, appesantendone i costi di gestione.
I costi di bonifica poi non sono affatto chiari, visto che Sesto Immobiliare dovrà bonificare l'area fino a due piani sottoterra mentre per il parco era sufficiente una messa in sicurezza con il capping.
L'area è pesantemente inquinata e la bonifica dovrà garantire la salubrità dei locali sotterranei, destinati a terapie per i malati.
Legambiente di Sesto ha presentato osservazioni approfondite al progetto nella procedura di VAS.
Osservazioni dal punto di vista medico sulla opportunità che Besta e Tumori stiano insieme.
Besta è un centro solo neurologico, privo di pronto soccorso ed è un IRCCS pubblico.
Tumori è un centro squisitamente rivolto all'oncologia, privo di pronto soccorso ed è un IRCCS pubblico.
Entrambi fanno ricerca scientifica. Fino a qui limiti e similitudini.
Ciò che manca ad entrambi è... l'ospedale! Infettivologia, rianimazione, medicina, per come sono cruciali per osservare il malato nel suo insieme, non ci sono o sono a potenziale di offerta limitato (e quando il malato si complica deve essere trasferito). Peraltro presso i Tumori simili competenze esistono perché sono assimilabili a quelle disponibili per i malati oncologici di quel settore, ma dal Besta il malato con plurime patologie concomitanti deve migrare per ricevere consulenze specialistiche.
Quindi il Besta, più dei Tumori, così come è, è un contro senso, un retaggio di un passato remoto, da abbandonare.
I Tumori mantengono il loro ruolo iperspecialistico ma è necessario che siano meglio integrati con la realtà dell'offerta oncologica, potenziandola relativamente alle patologie rare (interesse nazionale), inserendola al centro (oggi è un fortilizio chiuso in se stesso, avulso rispetto al sistema milanese) di una rete di convergenze terapeutiche relativamente alle patologie più comuni (di interesse regionale) e depotenziandola nei confronti di problematiche iperspecialistiche che richiedono il supporto di ambienti ospedalieri maggiormente articolati (trapianti, pazienti compromessi per età ovvero fragili per comorbidità).
La risposta ai limiti attuali dei due enti non è sostenerli agganciandoli tra loro: due zoppi messi assieme zoppi rimangono.