Creare reti a livello territoriale

Inviato da avatar Stefano Retali il 18-01-2013 alle 14:16 Leggi/Nascondi
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Sezione: Politiche regionali
Area: Per ricostruire i rapporti tra scuola e mondo imprenditoriale

Creare reti a livello territoriale
http://lf.proposte.ambrosolilombardia2013.it/lf/initiative/show/47.html

Scuola ed impresa da sempre collaborano, ma vi sono tantissimi punti deboli. Non è facile avviare collaborazioni tra PMI e scuola per la diversità di obbiettivi, per la poca comprensione da parte della scuola della cultura d'impresa, per la convinzione radicata in molti insegnanti e scuole della superiorità della cultura accademica sul valore formativo del lavoro, per la difficoltà di far accettare nelle scuole la nascita di comitati tecnico-scientifici che valorizzino il ruolo del territorio e che lo concretizzino come committente dell'offerta formativa, per i vincoli formali in materia di sicurezza sul lavoro ad esperienze forti di tirocinio ed alternanza scuola lavoro, per la strumentalità di breve periodo che spesso l'impresa attribuisce al raccordo con la scuola, per la debolezza degli organi di raccorde e delle reti esistenti. Sono solo alcuni dei punti critici, ma ormai l'autonomia ha fatto emergere molte buone prassi ed una collaborazione che sta crescendo. Alcuni spunti da discutere :

  • far decollare i poli tecnico-professionali a livello provinciale; la regione deve promuovere la costituzione di entità consortili, in attuazione della vigente normativa, che partendo dagli istituti tecnici e professionali metta in rete e crei sinergie ad ogni livello (scambi di strutture, spazi, personale) con tutta la filiera formativa e produttiva; si creino organi di gestione e di indirizzo snelli e stabili, capace di pianificare e programmare i fabbisogni formativi e l'offerta formativa; che siano il riferimento per le politiche di alternanza e per l'apprendistato finalizzato al conseguimento di qualifiche e diplomi, per i percorsi IeFP, per ITS e IFTS. Come fare :
  • formare il personale scolastico ed i tutor aziendali, con percorsi di formazione attiva in situazione, valorizzando le nuove tecnologie e la laboratorialità
  • centrare la scuola sull'insegnamento/apprendimento per competenze, sul riconoscimento e certificazione di crediti, sulla formazione permanente
  • generalizzare le esperienze di Impresa formativa simulata
  • risolvere i problemi formali, e di conseguenza economici, che limitando i tirocini (visite di sorveglianza sanitaria, coperture assicurative, adeguamento DVR) rendono difficili le esperienze di alternanza scuola lavoro con le PMI
  • attirare capitali privati nei processi formativi con patti di territorio, che consentano all'impresa ed all'associazionismo d'impresa di vedere nella scuola e nel sistema terziario una risorsa fondamentale per trovare risposta alla propria ricerca di risorse umane a sostegno dei propri piani strategici di sviluppo
  • consentire ai giovani di fare esperienze all'estero e di apprendere le lingue straniere, ancorando la loro formazione ad una dimensione europea e mondiale
  • creare strumenti, anche formali, per ancorare l'offerta formativa ad una validazione di territorio, per evitare scollature tra richieste di risorse umane del territorio nei vari settori produttivi e distribuzione di qualificati/diplomati
  • creare strumenti per potenziare la cultura della valutazione e della rendicontazione nelle scuole
  • affrontare in modo forte il problema dell'orientamento : tutorato e didattica orientativa, accoglienza ed accompagnamento, bilancio di competenze, patto formativo individuale, dimensione permanente dell'orientamento, formazione degli operatori, coinvolgimento delle famiglie e degli enti locali, portfolio (elaborato dai docenti con la supervisione di figure professionali interne formate e dedicate, con particolare attenzione alla redazione di un personale progetto di vita e di lavoro).

In generale si devono riprendere le tante esperienze sparse e poco coordinate esistenti, ridurle ad unità e dirigerle con flessibilità ed energia. Vi deve essere un tavolo provinciale permanente tra scuole, amministrazione scolastica, enti locali, imprese, sistema formativo terziario, associazionismo (che si articola poi negli ambiti territoriali in cui la provincia può essere suddivisa) che indirizzi e guidi il sistema con chiarezza ed operatività, fatta salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche. Naturalmente servono risorse economiche che non possono più di tanto provenire dal pubblico, ma dal privato, che è chiamato ad investire sulle future risorse umane necessarie per lo sviluppo del tessuto produttivo

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Commenti (1)

Inviato da avatar Umberto Ambrosoli il 19-01-2013 alle 13:43
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