Sezione: Politiche regionali
Area: Per una Regione leader nella sostenibilità
L'energia in Lombardia
http://lf.proposte.ambrosolilombardia2013.it/lf/initiative/show/65.html
INTRODUZIONE E CONTESTO
Superati – con la caduta del governo Monti - il ddl di riforma del Titolo V della Costituzione varato a ottobre e ribadito nel suo principio dalla Strategia Energetica Nazionale (SEN) attualmente in fase di consultazione ma a rischio per lo stesso motivo, l’energia (produzione, trasporto e distribuzione) resta materia definita di legislazione “concorrente” dalla Costituzione (articoli 117 e 118 della Costituzione, riformulati dalla Legge costituzionale 3/2001).
In questo ambito, spicca comunque l’obbligo per la Regione di dotarsi di un Piano Energetico Regionale che, come stabilito dall’articolo 5 della legge 10 del 1991, dovrebbe rispettare il Piano energetico nazionale; la Giunta Regionale Lombarda ha poi adottato il Programma Energetico Regionale (PER) con il Decreto n. VII/12467 del 21 marzo 2003.
Alcune leggi nazionali hanno poi un effetto diretto sulle regioni per quanto riguarda alcuni aspetti energetici specifici:
- il Dm Attività Produttive 20 luglio 2004 stabilisce gli obiettivi nazionali di efficienza energetica negli usi finali e lascia alle Regioni il potere di aumentare tali obiettivi;
- i decreti legislativi 192/2005 e 311/2006 recepiscono la Direttiva Europea 2002/91/CE sulla certificazione energetica, che viene poi attuata con il Dpr 59/2009 (Regolamento con le metodologie di calcolo e i requisiti minimi per la prestazione energetica degli edifici e degli impianti termici) e con il Dm Sviluppo economico 26 giugno 2009 (Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici);
- il Dpr 412/1993, che attua la citata legge 10/1991, impone che gli edifici pubblici soddisfino il fabbisogno energetico utilizzando fonti rinnovabili (salvo impedimenti di tecnici o economici).
In ambito più strettamente regionale, della normativa vigente vanno citate:
- la Lr 12 dicembre 2003, n. 26 che enuncia le linee guida per la disciplina del settore energetico;
- la Lr 11 dicembre 2006, n. 24 che delinea le politiche di riduzione delle emissioni, definendo anche norme su impianti geotermici a bassa entalpia, biomasse, e demandando alla Giunta le regole per gli impianti termici civili e la certificazione energetica degli edifici (con la Dgr 26 giugno 2007, n. 8/5018, modificata e integrata dalla Dgr 22 dicembre 2008, n. 8/8745 e successive modifiche, per la certificazione energetica degli edifici e con la Dgr 18 luglio 2007, n. 8/5117 e successive modifiche per gli impianti termici).
I nuovi piani vanno poi sicuramente valutati alla luce del recentissimo Decreto Ministeriale 15/03/2012, che stabilisce i criteri per la regionalizzazione degli obiettivi di sviluppo delle FER, e della altrettanto recente Direttiva 2012/27 della Comunità Europea.
Il Decreto assegna alla Regione Lombardia la traiettoria che prevede che i consumi energetici siano soddisfatti da fonti rinnovabili sia elettriche che termiche (valutate rispettivamente come produzione regionale elettrica lorda da fonti rinnovabili relativa all'anno 2009 rilevata da Gse e calcolata ai sensi della direttiva 28/2009 e come consumo regionale da fonti rinnovabili per riscaldamento/raffreddamento relativi all'anno 2005, forniti da Enea) per il 7% nel 2012, il 7,7% nel 2014, l’8,5% nel 2016, il 9,7% nel 2018 per terminare con l’11, 3% nel 2020.
La Direttiva Europea invece impone misure vincolanti ai Paesi Membri e la creazione di uno schema di efficienza nazionale e va a sostituire la Direttiva 32/2006/CE, che definiva obiettivi ma senza vincoli e che a livello nazionale è stata approvata con due anni di ritardo (con il D.lgs 115/08) e in forma depotenziata; è chiaro che i contributi che potranno dare le Regioni saranno caratterizzanti.
OBIETTIVI
La vera sfida sull’energia dei prossimi anni sarà la riduzione della domanda. Anche nel caso della Lombardia, sarà necessario fare i conti con l’evoluzione del sistema produttivo.
Efficienza energetica
Date queste premesse diventa importante, nell’elaborazione di una politica energetica regionale, porsi come obiettivo la riduzione dell’intensità energetica, svincolando i consumi energetici dalla ricchezza prodotta in Lombardia, e puntare in modo deciso sulla riduzione dei consumi incrementando l’efficienza energetica nell’industria, nel terziario e nel residenziale, includendo in modo particolare la pubblica amministrazione all’interno degli schemi.
Si tratta quindi di spingere verso soluzioni tecnologiche già a disposizione quali:
- isolamento termico negli edifici,
- sostituzione di apparecchi e motori a bassa efficienza,
- impiego di impianti di climatizzazione e di illuminazione efficienti,
- diffusione della cogenerazione e della microcogenerazione,
valutando in modo opportuno e preciso la convenienza economica degli interventi.
Considerando infatti il risparmio energetico indotto sull’intera vita utile della tecnologia, molti degli investimenti sono già oggi economicamente convenienti anche se non si prendono in considerazione forme di incentivazione specifiche.
Fonti rinnovabili
Alla luce delle considerazioni fatte, sia sull’utilizzo del territorio e che sull’importanza della riduzione dei consumi, appare chiaro che il paradigma su cui puntare per il futuro è quello della generazione diffusa con impianti di produzione a fonti rinnovabili di piccola o piccolissima taglia.
Gli interventi dovranno quindi articolarsi su alcuni punti fondamentali:
- sviluppo delle fonti rinnovabili puntando a:
- accrescere l’utilizzo delle biomasse da filiera corta, evitando cioè l’utilizzo speculativo di combustibili importati e sfruttando maggiormente le risorse del territorio (coltivazioni, manutenzione boschiva, allevamenti)
- mini o micro idroelettrico, con una particolare attenzione all’impatto sul territorio
- solare fotovoltaico e solare termico, puntando sull’integrazione nelle opere infrastrutturali e negli edifici, riducendo così il consumo di suolo implicito nell’utilizzo di queste fonti
Molto si parla di teleriscaldamento: è sicuramente utile proseguire nel suo sviluppo in Regione, senza però puntare esclusivamente sulla termovalorizzazione che, in una ottica di riduzione dei rifiuti, potrebbe perdere combustibile e quindi redditività.
Vanno valutate e considerate però le molte lamentele di chi al teleriscaldamento è allacciato, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto tariffario.
Smart Cities e Smart grid
L’evoluzione della rete e della gestione dell’energia, e la trasformazione delle città verso il paradigma delle smart city (secondo l’accezione che data dall’UE) è strettamente funzionale prima di tutto al raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica e poi all’evoluzione e sviluppo di una infrastruttura tecnologica e di servizi che serva a controllare e razionalizzare i consumi energetici.
Regione Lombardia ha iniziato un generico percorso verso Smart city, percorso che deve ora essere reso più preciso negli obiettivi e soprattutto negli strumenti.
Nell’ambito energetico Smart city ha un significato abbastanza chiaro (si veda progetto EU Smart Cities and Communities), che deve essere reiterato e deve servire da guida per la definizione degli obiettivi di breve e medio periodo.
In questo ambito, e in linea con le indicazioni della Direttiva Efficienza Energetica EU, è opportuna una campagna per la diffusione del submetering – in modo particolare a livello di terziario e industria – che si associ alla già approvata normativa sulla contabilizzazione e ripartizione del calore.
STRUMENTI
Diversi sono gli strumenti necessari per sviluppare e realizzare il piano energetico. Ma forse fondamentale è la necessità di distinguere tra gli interventi realizzati dal pubblico e quelli realizzati da privati, e tra strumenti operativi e strumenti finanziari.
Il Programma Energetico Ambientale Regionale
Tra gli strumenti operativi, fondamentale è proseguire nella stesura dell’appena iniziato Nuovo PEAR (Programma Energetico Ambientale Regionale) che dovrebbe aggiornare quello attualmente in vigore e dare le impostazioni programmatiche per soddisfare i requisiti della regionalizzazione degli obiettivi, integrandosi con il Piano per una Lombardia Sostenibile e introducendo le evoluzioni programmatiche.
Importante sarà quindi ragionare sugli aspetti infrastrutturali legati all’energia, specificamente per quanto riguarda produzione e trasporto, inserendoli in modo particolare nel contesto del territorio lombardo che è oggettivamente già sfruttato in modo intensivo.
Nuove infrastrutture dovranno quindi essere valutate con una nuova ottica che abbia la difesa del territorio e la riduzione del consumo di suolo come parametri decisionali di aumentata importanza.
L’effetto di ciò sarà la riduzione di nuove opere infrastrutturali – che avranno il via libera solo in caso di effettiva necessità - e la valorizzazione di quelle già esistenti.
Piano di Azione per l’Energia Sostenibile e Patto dei Sindaci
Già nel 2007 (Deliberazione 15 giugno 2007 n. VIII/4916) la Regione Lombardia ha approvato un Piano di Azione per l’Energia (PAE) che rendere operativa la programmazione energetica indicando gli indirizzi di politica energetica regionale e individuando specifiche linee di intervento.
Oltre al potenziamento di questo strumento sarebbe auspicabile l’elaborazione di uno Schema regionale di adesione al Patto dei Sindaci che uniformi e renda sistemiche le indicazioni del programma europeo (sia pur volontario) Covenant of Mayors.
Un approccio simile è già stato adottato negli anni da alcune Province lombarde, Milano in primis, con un buon successo, considerato che il numero di comuni lombardi aderenti al Patto è già ormai superiore a 600; tra i comuni aderenti figurano Milano, Bergamo, Pavia, Cremona, Lodi e Monza.
Considerato l’alto numero di comuni aderenti, ciascuno dei quali si è dotato di un PAES per obbligo di adesione, lo schema dovrà riproporsi la armonizzazione dei piani esistenti con un piano regionale (Piano per una Lombardia Sostenibile) e la sensibilizzazione dei rimanenti Comuni lombardi all’adesione al Patto.
Il Sistema Informativo Regionale ENergia Ambiente (SIRENA), strumento operativo del PAE che già viene usato per ricostruire il quadro di riferimento per la redazione dei Piani di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES), rappresenta un importante elemento per impostare lo schema, ma dovrebbe forse essere rivitalizzato e aggiornato con dati posteriori al 2008, e trasformato in fonte di informazioni per consentire una maggiore consapevolezza dei consumi, ampliandone così lo scopo.
ESCo (Energy Service Company – Società di servizi energetici)
Strumento fondamentale per lo sviluppo di una politica energetica regionale – in linea con le indicazioni UE – devono essere le Energy Service Company (ESCo).
Importante quindi attivare meccanismi che aiutino il loro sviluppo ed utilizzo sia in ambito pubblico che in ambito privato.
La crescita delle ESCo va però aiutata favorendo l’accesso al credito e lo sviluppo indipendente piuttosto che non l’incentivo pubblico, operando contemporaneamente per rendere più conveniente l’efficienza energetica senza elargire fondi pubblici.
Finanziamenti
Gli strumenti finanziari che devono essere messi in campo per supportare lo sviluppo delle linee guida obiettivo sono quindi un elemento chiave; serve quindi elaborare dei meccanismi di finanziamento che provino a superare l’incentivo puro – che si è purtroppo dimostrato solo parzialmente efficace – e puntino invece a rendere autosufficienti gli operatori dal punto di vista finanziario.
Per ottenere questo, guardando al settore privato, va ovviamente spinta l’analisi rigorosa sulla redditività degli impianti installati e quindi sul rapporto costi – benefici e sul tempo di ritorno degli investimenti, mirando a misure che servando ad accelerare il tempo di ritorno, rendendo l’operazione più appetibile per gli investitori.
Lo strumento da mettere in campo, riattivando un progetto regionale purtroppo accantonato dopo un iniziale studio che pure ne prevedeva il successo, è quello di un fondo di garanzia regionale per l’efficienza energetica.
Se si considera il settore pubblico, un possibile meccanismo utilizzabile per superare la barriera economica è il leasing in costruendo, forma di finanziamento privato delle opere pubbliche già sperimentata da alcune amministrazioni (disciplinato dalla legge n. 296/2006 “finanziaria 2007” e recepito dal d.l. 163/06, codice degli appalti pubblici) per il quale un soggetto finanziario anticipa all'appaltatore i fondi per l'opera pubblica e viene compensato dal soggetto appaltante (P.A.) con canoni periodici.
La combinazione di questi strumenti con l’utilizzo di fondi nazionali ed europei (come il fondo rotativo Kyoto, nazionale, o il programma europeo Intelligent Energy Europe 2007/2013) e meccanismi di defiscalizzazione legati a programmi di efficientamento con garanzia del risultato.
MOBILITA’ E TRASPORTI
Importante è pure il lavoro sulla mobilità sostenibile, capitolo trattato anche nel PEAR e incluso a pieno titolo nel contesto energetico, ma che richiede forse un approfondimento a parte, poiché va a toccare anche ambiti che all’energia sono collaterali, e che qui si vogliono solo citare: si vogliono costruire davvero delle nuove autostrade nella Regione o la necessaria e già avviata riduzione del traffico e degli spostamenti automobilistici – anche per necessità di riduzione delle emissioni e quindi all’interno del quadro della Direttiva 20-20-20 - impone un ripensamento del modello? Il modello di logistica e trasporto merci implementato ad oggi è effettivamente efficiente o è possibile implementare una logistica più sostenibile sul territorio?
INFORMAZIONE
Centrale è poi il tema della cultura energetica, in chiave sostenibile e valorizzando soprattutto l’efficienza energetica, e la conseguente necessità di ottenere ed elaborare informazioni per veicolarne lo sviluppo tra gli imprenditori e gli amministratori; ed è dalla diffusione di una nuova mentalità ed un nuovo approccio al tema energetico che dipende molto la realizzazione di iniziative e interventi, sia nel privato che nel pubblico.
Impegno prioritari da parte della Regione deve quindi essere quello di diffondere questa cultura, diffondendo la consapevolezza del tema energetico e gli strumenti adeguati per affrontarlo.
Uno strumento importante possono essere gli sportelli energia, da aprire in ogni zona di decentramento, come fatto in provincia di Milano da Infoenergia e nel Comune di Milano da Amat, con cui offrire servizi di supporto indipendente a cittadini e amministratori di condominio sul risparmio energetico, e organizzare eventi informativi per il pubblico.
PROSPETTIVE
Crescita e sviluppo, ma in modo sostenibile
In conclusione è importante che la politica energetica regionale non si limiti a rispondere a vincoli e stimoli proposti da UE o Governo nazionale, ma diventi parte attiva nell’elaborazione di politiche di avanguardia.
Regione Lombardia deve cioè diventare una regione trainante nell’ambito dell’efficienza e delle rinnovabili, al pari di regioni tradizionalmente all’avanguardia, e farsi promotrice a livello nazionale di una politica energetica che punti all’armonizzazione e uniformazione delle differenti normative regionali. Aiuterebbe in questo senso – al di là di una riforma del Titolo V - una maggiore attenzione alla concertazione preventiva tra istituzioni (Stato e Regione).
Solo in questo modo infatti è possibile immaginare un settore dell’energia che si sviluppa in modo stabile e sostenibile, diventando il traino per una più ampia crescita che porti vantaggi economici ai cittadini, vantaggi che siano coniugati alla difesa del territorio, alla crescita occupazionale e alla riduzione locale delle emissioni inquinanti.