Inquinamento, energia e consumo di suolo

Inviato da avatar Umberto Ambrosoli il 08-02-2013 alle 12:44 Leggi/Nascondi
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La Lombardia è 11a nella graduatoria nazionale delle regioni green. Dal 1995 a oggi le soglie di inquinamento hanno superato abbondantemente i limiti previsti dalla Comunità Europea, i siti contaminati sono oltre 2000, di cui 1200 bonificati e 800 ancora in fase di bonifica, i tassi di urbanizzazione sono i più alti d’Italia, il consumo di suolo è pari a 117.000 mq al giorno (circa 7 volte piazza del Duomo).

In Lombardia l’ambiente è allo stesso tempo l’emergenza più acuta e l’opportunità più significativa per il rilancio dell’economia, attraverso la green economy. Formigoni nell'aprile del 2002 presentava il suo libro azzurro sulla mobilità e l'ambiente e dichiarava: " Dal primo giorno del 2005 in Lombardia non immatricoleremo che auto pulite", mentre la Regione ha dovuto poi aspettare – oltre alle favoleggiate auto ad idrogeno -  ancora per diversi anni, una (scadente) legge sulla qualità dell'aria (24/2006), ha visto il progetto di fare ad Arese (ex Alfa) un polo di ricerca sulle auto non inquinanti lasciare posto alla solita mega operazione immobiliare. Negli anni del governo del centro destra le normative per le misure di emergenza in caso di superamento dei limiti di qualità dell'aria sono diventate sempre più blande,  i richiami della Comunità europea all'indifferibilità di contrastare l’inquinamento atmosferico che provoca ogni anno centinaia di decessi e l'acuirsi delle malattie respiratorie ignorati, e per il Piano regionale sulla qualità dell'aria (PRIA) si è dovuto aspettare il fucile puntato del TAR che ha imposto che il piano venisse adottato entro il 2012 con un Consiglio e una Giunta dimissionari. La giunta Formigoni più che interventi ha fatto grandi annunci, senza adottare alcun piano serio per la lotta all’inquinamento, per l’efficienza energetica (il PEAR, piano energia, avviato nel 2012 è ancora tutto da scrivere) facendo mancare alla green economy i presupposti (la domanda pubblica) per decollare.  

Il binomio - politiche rigorose contro l’inquinamento e promozione della Green economy  -  non è solo necessario per la salute e la qualità della vita dei suoi abitanti ma è una grande opportunità di crescita e il primo, probabilmente, fra i rimedi per far fronte alla crisi.

Una politica industriale prevalentemente ecologica ci permetterà di raggiungere in pochi anni l’obiettivo di trasformare la Lombardia nel territorio più competitivo nel campo dei prodotti e servizi a minor consumo energetico, a minor utilizzo di materie prime con maggior riutilizzo di prodotti a fine vita, con il sistema logistico ed organizzativo a minor impatto ambientale.

Ci concentreremo, prioritariamente sull’abbattimento delle emissioni C02 e sulla riduzione, tendente a zero, del consumo di suolo.

Per questo, come scrive in dettaglio Beppe Caravita, l’efficienza energetica degli edifici in Lombardia è una priorità con una serie di ricadute positive per il reddito delle famiglie (bollette più leggere), per l’occupazione (edilizia qualificata e Energy Service Company), per abbattimento del 10% di inquinanti e immissioni effetto serra, per accelerazione nella dismissione dei tetti in amianto.

Decisamente interessanti le proposte di Giacomo Selmi, che affronta il tema della  necessità di ridurre la domanda di intensità energetica per i prossimi anni per industria, terziario e residenziale e pubblica amministrazione e dello sfruttamento sistematico delle fonti rinnovabili di piccola o piccolissima taglia (biomasse da filiera corta, micro-mini elettrico, fotovoltaico).

Altro capitolo fondamentale è il miglioramento della qualità dell’aria (riduzione costante di polveri sottili, ossidi di azoto, composti organici volatili agendo direttamente sulle cause: traffico, riscaldamento, determinate attività agricole). Le osservazioni al Piano Regionale dei Genitori Antismog  pubblicate da Michele Sacerdoti, se non possono essere puntualmente inserite nel programma, perchè ormai già consegnato, sono però da intendersi come punti di riferimento chiave per riprendere  il PRIA (peraltro ad oggi solo depositato e nemmeno adottato) e, con  il nuovo governo  regionale,  portarlo a compimento dandogli quella efficacia e quell’incisività che al momento, come osservano i Genitori Antismog,  mancano.

La raccolta differenziata in Lombardia va perseguita e dobbiamo aumentarne il più possibile la percentuale, nella prospettiva futura di un impiego sempre minore dei termovalorizzatori (e comunque riteniamo inopportuno costruirne di nuovi). Non solo è necessario incentivare le produzioni industriali basata sugli scarti.

Sono numerose le proposte per fare della Lombardia la prima regione italiana a consumo zero di suolo (Lorenzo Masili, Mario Giorcelli, Daniela Conte). E’ un tema ben presente nel programma di cui abbiano valutato anche le importanti ricadute dal punto di vista occupazionale: revisione della Legge 12/2005 in accordo con Enti locali, operatori e associazioni. Incentivo al riutilizzo di aree dismesse o già edificate ed alla rigenerazione urbana, a partire dalla riconversione funzionale ed energetica degli edifici. Bonifica delle aree inquinate. Stop all’utilizzo degli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente dei comuni. Tutela e valorizzazione delle aree agricole e delle aree protette (vedi mio post "Sui parchi e le aree protette").

Umberto Ambrosoli

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Commenti (1)

Inviato da avatar Angela Perletti il 21-02-2013 alle 20:04
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